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La rieducazione funzionale secondo il metodo Bortolin – Bourdiol
Il paziente, attraverso la rieducazione funzionale, recupera la funzionalità motoria compromessa (oppure impara nuove tecniche per sostituirla).
Specifica fase della riabilitazione, la rieducazione funzionale comprende tecniche kinesioterapiche complesse: mobilizzazioni neurokinesiologiche, esercizi posturali e propriocettivi, addestramento all’uso di ausili e protesi.
Obiettivo della terapia è insegnare alla persona esercizi che possano aiutarla a recuperare la posizione eretta, a camminare, a fare le scale o a svolgere le semplici gestualità richieste della vita quotidiana, lavorativa e/o sportiva.
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Che cos’è la rieducazione funzionale



Rieducazione funzionale, come funziona
La rieducazione funzionale, spesso confusa con la fisioterapia, è in realtà un insieme di trattamenti che – successivi al lavoro fisioterapico – aiutano il paziente a tornare alle sue attività quotidiane e/o sportive. In genere dopo un intervento chirurgico, un incidente oppure un trauma.
Mediante un progressivo aumento del carico di lavoro, la persona recupera la forza muscolare e ristabilisce il corretto rapporto di forza, lunghezza e tempo di attivazione dei muscoli.
Scopo della rieducazione funzionale è infatti quello di recuperare la sensibilità, la funzionalità, l’articolarità e l’equilibrio, e di controllare dolore, gonfiore ed edema. Il tutto mediante esercizi di rinforzo muscolare (in caso di debolezze) o di allungamento (in caso di muscoli contratti), che possono essere a corpo libero o prevedere l’uso di ausili come le cavigliere o gli elastici.
Il lavoro è graduale: si rendono le articolazioni mobili e stabili, si migliora il tono muscolare, si lavora sulla propriocezione (fondamentale per il controllo del movimento) e si insegna infine ai muscoli a lavorare di nuovo in modo coordinato, in sequenza o simultaneamente.
I principi del metodo Bortolin – Bourdiol
Il metodo Bortolin – Bourdiol, messo a punto e perfezionato in oltre quarant’anni di studi e di ricerche, è un particolare approccio terapeutico volto a raggiungere e a mantenere lo stato biologico, psicologico e fisico del paziente.
È un metodo neuro-anatomico, che parte da un concetto: una malattia va ad alterare, seppure non in egual misura, tutti i foglietti embrionali (endoderma, mesoderma, ectoderma).
Affinché il paziente guarisca, e non subisca ricadute, è necessario trattare le sue problematiche intervenendo in modo mirato su ciascun foglietto, combinando terapia manuale, podologia, riflessoterapia ecc. a seconda dei casi.
Ecco dunque che, in caso di problematiche muscolo-scheletriche, il fisioterapista andrà ad intervenire con specifiche tecniche manipolative, neuro-riflesse e propriocettive, capaci di agire sulle algie meccaniche del rachide o delle articolazioni periferiche.