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La rieducazione funzionale secondo il metodo neuro-anatomico Bourdiol – Bortolin
Attraverso tecniche specifiche come le mobilizzazioni neurokinesiologiche, gli esercizi propriocettivi e posturali, e la rieducazione selettiva del sistema neuromuscolare, il paziente viene guidato nel recupero delle funzionalità compromesse o nell’apprendimento di nuove strategie motorie.
Il metodo permette di riattivare e ottimizzare schemi di movimento essenziali, aiutando il paziente a recuperare la stazione eretta, il cammino, la capacità di salire e scendere le scale e l’autonomia nelle attività quotidiane, lavorative e sportive. Grazie a questo approccio, la riabilitazione non si limita a un recupero meccanico del movimento, ma si focalizza su una riorganizzazione funzionale che favorisce un controllo motorio più efficace e naturale.
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Che cos’è la rieducazione funzionale



Rieducazione Funzionale: il ponte tra riabilitazione e performance
La rieducazione funzionale non è semplice fisioterapia, ma un processo altamente specializzato che guida il paziente dalla fase riabilitativa al pieno recupero della funzionalità motoria, sia nella vita quotidiana che nell’attività sportiva. È un percorso essenziale dopo un intervento chirurgico, un trauma o un infortunio, che consente al corpo di riapprendere schemi motori corretti e di eliminare compensazioni disfunzionali.
L’approccio si basa su una progressiva stimolazione neuromuscolare attraverso esercizi mirati, progettati per:
- Ristabilire il controllo motorio – Ripristinare la comunicazione tra sistema nervoso e muscoli, garantendo una corretta attivazione neuromuscolare.
- Ottimizzare la forza e la coordinazione – Non basta recuperare il tono muscolare: è essenziale ristabilire il giusto equilibrio tra forza, lunghezza e tempi di attivazione muscolare.
- Migliorare la stabilità articolare e l’equilibrio – Lavorando sulla propriocezione, il corpo riacquisisce la capacità di controllare i movimenti con precisione e sicurezza.
- Controllare dolore e infiammazione – Attraverso strategie di attivazione muscolare e gestione del carico, il recupero avviene in modo progressivo e senza stress per le strutture coinvolte.
Gli esercizi sono personalizzati e possono includere il rinforzo muscolare per le aree deficitarie, il riequilibrio posturale per migliorare la distribuzione del carico e il potenziamento della coordinazione motoria per garantire movimenti fluidi ed efficienti. L’obiettivo finale? Un corpo che non solo recupera, ma che torna a funzionare in modo ottimale, senza dolori e limitazioni.
I principi del metodo neuro-anatomico Bourdiol – Bortolin
Il metodo Bourdiol – Bortolin è il frutto di oltre quarant’anni di ricerca scientifica e applicazione clinica, con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio neuro-anatomico dell’organismo. Questo approccio innovativo si basa su una comprensione profonda della fisiologia umana e sulle interconnessioni tra il sistema nervoso, la biomeccanica e la risposta adattativa del corpo.
Alla base del metodo vi è un concetto fondamentale: qualsiasi alterazione dello stato di salute coinvolge, in misura variabile, tutte le strutture derivate dai tre foglietti embrionali (endoderma, mesoderma ed ectoderma). Ciò significa che un disturbo muscolo-scheletrico non riguarda solo muscoli e articolazioni, ma ha ripercussioni più ampie su funzioni neurologiche, viscerali e posturali.
Per garantire un recupero stabile ed efficace, il metodo Bourdiol – Bortolin prevede un intervento mirato su ciascuna di queste componenti, attraverso un’integrazione di tecniche terapeutiche avanzate, tra cui:
- Mobilizzazioni neuro-anatomiche – Per ripristinare la corretta funzionalità articolare e neuromuscolare.
- Terapia manuale e propriocettiva – Per rieducare il controllo motorio e ottimizzare il tono posturale.
- Tecniche neuro-riflesse – Per modulare il dolore e riequilibrare il sistema nervoso autonomo.
Nel caso di problematiche complesse, il fisioterapista applica specifiche tecniche manipolative e neuro-riflesse capaci di agire in profondità sulle disfunzioni del rachide e delle articolazioni periferiche. Il risultato è un recupero non solo del movimento, ma della qualità della funzione, con benefici duraturi e una riduzione del rischio di recidive.